12/05/2012

Tassinari di notte. Lisbona in multicolor

I taxi a Lisbona sono ovunque, e sono migliaia: te li ritrovi sempre alle calcagna, ti sorpassano a destra, inveisci contro di loro. Li odi, quei cubicoli giallo crema, o verde e nero (sì, ce ne sono di due colori, a seconda dell'epoca di messa in servizio).
Però li ami anche: essendo economici, sono mezzi di trasporto utilizzati da tutti, dai giovani in uscita notturna  alle vecchie di ritorno a casa, con le buste della spesa gonfie davanti al supermercato.
Io li prendo solo per andare e tornare dall'aeroporto, quando non è possibile andarci in macchina, ed incontro quasi sempre dei casi interessanti di antropologia culturale. Eccone alcuni.

Lisbona, primi anni '30. Foto presa qui


Il di fuori. Un tipo che non conosce assolutamente le strade della città, gira col satellitare parlante, ci manca solo il pilota automatico, ma bisogna che gli indichi io la strada da fare. Diobono! Per concludere in bellezza, non ha neanche il resto di venti euro da darmi e, una volta giunti davanti casa, ferma tutti i taxi che passano per chiedere spicci. Al terzo fallimento fa spallucce ed io decido che la farsa può finire lì. Tieniti pure la (ricca) mancia che non ti avrei mai dato!
Il satellitare. Un macchinone scuro con interni in pelle mi abborda all'uscita dell'aeroporto. Entro e il mio occhio di lince non vede il tassometro, alché chiedo spiegazioni. Il tizio mi dice che fa parte di una nuova rete satellitare nonsoche. La cosa inizia a puzzarmi, e quando gli chiedo allora come farà a calcolare la tariffa, mi sento dire che le tariffe sono fissate a 20 euro (normalmente ne spendo circa la metà). Chiedo di farmi scendere immediatamente, e, dopo qualche tentativo di persuasione non andato a buon fine, mi lascia andare.
La volta che, al secondo tentativo, incontro lui...

...il gourmet. Appena entrata gli chiedo subito ragguagli sull'accaduto col satellitare. Mi spiega che esistono 'sti macchinoni collegati col satellite nonsoche, ma che la tariffa non è affatto fissa. Ecco.
Manco a farlo apposta costui abita nel mio stesso quartiere, così, mentre mi accompagna a casa, guidando in tangenziale con una mano, con l'altra chiama a casa per dire alla moglie che avrebbe portato un franguinho per cena.
Aperta parentesi: il frango è il pollo, e qui sono diffusissimi i posti che li fanno alla brace, da asporto e non. Andarsi a prendere un frango no churrasco a Lisbona è l'analogo dell'andare a mangiare la pizza da noi: una soluzione veloce, relativamente economica ed appetitosa. Il frango dunque regna sovrano, e attorno all'ora di cena i fumi della brace pervadono i quartieri. Esiste anche l'osceno ibrido "pizza galletto", di cui ho già parlato qua. Chiusa parentesi.
Il buon gourmet mi dà dunque una dritta, consigliandomi una griglieria nella mia zona. Forse ha il fiuto per capire chi sta portando sui sedili posteriori?
Sta di fatto che da allora in questo posto insospettabile, dove credo che difficilmente avrei messo piede perché passa del tutto inosservato, ci sono andata già un paio di volte.
L'apolide. Lo incontro una mattina di traffico intenso: proprio l'ideale per sentire le storie di un reduce delle guerre in Angola ai tempi delle colonie, dove venivano spediti tutti, militari e civili; molto amareggiato per le sorti del Portogallo: "Noi allo stato abbiamo dato tanto, lo stato in cambio non ci ha dato nulla". 
Siccome il suo accento tradisce lievemente una provenienza forse d'oltremare, gli chiedo di dove sia, e lui mi riponde: "Sou cidadão do mundo". Applausi.
(Per chi fosse interessato alla contraddittoria ed intrigante storia dei rapporti politici tra Angola e Portogallo, segnalo tra gli altri i libri di António Lobo Antunes, di cui potete trovare un excursus letterario qui). 
Il disertore l'ho incontrato ieri vicino ad una fermata del tram: si stava facendo pericolosamente tardi, quindi mi volto verso la fila dei taxi. Ce n'era solo uno, un po' malconcio e parcheggiato senza taxista. Allora un po' rassegnata mi rigiro a guardare i minuti di attesa stimati: ancora dieci, decisamente troppi.
Ma ecco che all'improvviso vedo il vetusto latitante apparire al volante del suo bolide, mettere in moto e fare circa cinque metri per permettere ai colleghi provenienti da dietro di guadagnare le posizioni. Il tempo di distrarmi un secondo, e lui è di nuovo scomparso dal luogo di lavoro, evidentemente preso in qualche bar nei paraggi: in pratica ha solo spostato la macchina per fare posto agli altri! 
L'enigmista. Un personaggio silenzioso, di quelli persi nei propri pensieri, che quando sto con la luna storta ringrazio e benedico, altrimenti osservo cercando di captare un indizio della sua follia.
Semaforo rosso: il pensieroso tira fuori un blocchetto, ma io lo vedo solo con la coda dell'occhio perché sono distratta. Poi va a finire che s'incontra traffico in tangenziale, e allora il blocchetto riappare negli istanti di rallentamento insieme ad una penna, e stavolta vedo bene: un sudoku gigantesco quasi completato, sul quale il pensatore scrive frettolosamente un numero, e poi ripone il tutto, continuando la sua corsa.
Stavolta  il suo enigma forse l'ho svelato.
Mi vengono in mente subito i taxisti di Zurigo, visti fuori dalle auto a disputare una partita di scacchi sul cruscotto. M'è sempre rimasto un dubbio: come diamine fanno a ricordarsi a che punto stavano ogni volta, dopo una corsa?

Giusto per la cronaca, Zurigo mi viene casualmente in mente anche perché ora sarei là, se ieri lo sciopero dei controllori di volo della TAP non mi avesse messo i bastoni tra le ruote.
Acc! E io che dovevo andare a svelare il mistero degli scacchi.
Per fortuna l'appuntamento è solo rimandato.




20 comments:

  1. Dovresti scrivere un libro sulle tue osservazioni antropologiche lisbonesi!
    Ma non puoi farti dare il numero del gourmet e dell'apolide e chiamare sempre loro? Sono i più simpatici!

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    1. Ihih, ma poi lo studio antropologico si limiterebbe a pochi esemplari!

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  2. Io mi ricordo che a Lisbona il fumo si trova ovunque, ma proprio ovunque. Cercano di vendertelo anche mentre sei nelle cabine telefoniche. :)

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    1. Credo che parliamo di fumi differenti :), comunque sai che a me è capitato solo un paio di volte e sempre negli stessi posti? Credo che le zone sensibili siano poche.

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    2. Dici? Io tra il Rossio e la "zona Pessoa" praticamente non potevo fare un passo senza essere fermato da venditori con lo stesso piglio dei commessi di Footlocker!

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    3. Eheh! Infatti è lì che si appostano sempre, in un'area tutto sommato ristretta e ad alta densità :)

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  3. In passato, qui a Miami, mi e' capitato di andare in aeroporto col taxi e ci e' capitato un testimone di geova logorroico. Ti ho detto tutto.

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    1. Omg! Il tragitto verso l'aeroporto più lungo della storia!

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  4. Io quando ero in trasferta Torino-Venezia Venezia-Torino ogni fine settimana avevo a che fare con parecchi tassisti. E avevo notato fauna varia e variegata. Ricordo che una volta mi capitò una donna e mi dissi "Wow, che fortuna!" (prendendo il taxi la sera tardi, avevo sempre un po di timore) ma poi ci misi il doppio del tempo per arrivare a casa perchè andava leeeeentissima!!! :-|
    Però personaggi bizzarri come i tuoi non mi sono mai capitati :D

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    1. Si vede che anche lei aveva timore a guidare di notte :D

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  5. il satellitare non l'ho mai incontrato (buono per lui, grrrrr), ma in compenso mi capitano i di fuori a manciate: come si fa a non sapere dove sta alameda, incrocio di due linee metro? spiegatemi...
    se posso aggiungo una categoria: quello che mi vuole vedere morta, specialmente nel tragitto aeroporto-casa, sfreccia a 140 km/h in città e passa puntualmente col rosso (anche oggi che sono tornata). ma che fretta hanno? il tassametro è a tempo...

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    1. Bentornata!
      Passi Ajuda (!) ma non sapere dove sta Alameda è grave davvero!
      La categoria che ti vuole vedere morta :D :D

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  6. Ciao Elle, eccomi qui, sono venuta a trovarti! Mi fa impazzire il tuo logo, incantevole! In Portogallo non sono mai stata e credo di essermi persa un bel paese. Spero di colmare questa lacuna!

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    1. Ciao Titti, grazie per la visita! Il logo è opera dell'altro dell'OceansTwo :)

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  7. Oh che bella varieta"! Qui a Dublino ne esiste solo un tipo: chiacchierone (una volta il fidanzato della vicina di casa della zia della collega di mia moglie...) che non conosce i nomi delle strade e allora ti chiede il nome di un pub come punto di riferimento!

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  8. Quindi abiti ad Ajuda?! Tana! :-) Però anche non conoscere Ajuda per un tassista è un po' grave. Comunque molti non conoscono nemmeno il miradouro das Portas do Sol, che è tutto dire...

    Posso dirottare qua?
    http://lisbonstorie.blogspot.it/2011/12/taxi.html
    Obrigado ;-)

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    1. Portas do sol? Accipicchia, è uno dei posti più frequentati dai turisti! 'Sti taxisti si danno proprio la zappa sui piedi!

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  9. Che risate Elle ! Quando sono stata a Lisbona ho preso una sola volta il taxi (di rientro dalla spiaggia del Guincho dove l'Ing si lanciò in un pericoloso tuffo oceanico), e il tassista apparteneva alla categoria -il di fuori- però la cifra era davvero ridicola, mi pare di ricordare 4 euro !
    Che avventure!

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    1. Che coraggio l'Ing! Io non mi tuffo manco morta, anzi, se mi sento particolarmente coraggiosa quel giorno, al massimo mi bagno le ginocchia!

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Dimmi pure.

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