Alcuni giorni nell'antica Lucania, in un territorio contadino ed in parte ancora autentico, dove il quotidiano è fatto davvero di cose piccole e semplici, direi essenziali.
Qui solo un evento terribile ha potuto perturbarne l'essenza: il terremoto del 1980, che spazzò via interi luoghi, cancellò storie, vite, e cambiò anche le persone, rappresentando proprio uno spartiacque nella storia di chi l'ha vissuto, ma anche di chi l'ha conosciuto solo dai racconti. Esiste infatti un paese "prima" e "dopo" il terremoto, e io mi son fatta l'idea che doveva essere tutto più bello prima. Penso sempre a come sarebbero oggi queste terre se non ci fosse stato lui, perché dove non è arrivata la natura, ci ha pensato l'uomo a saldare il conto.
Io ho solo vaghi e lontani ricordi di un'epoca pre-ricostruzione, in cui anche le case sventrate mi sembravano più vere e più vive, e poi avevano delle cose da raccontare, ormai destinate a perdersi per sempre, perché qui la memoria non è stata preservata, ma si è scelto di cancellarla, forse perché rendeva poco.
E questo faccio davvero fatica ad accettarlo.
Però... sono i luoghi in cui sono cresciuta, e tutto porta il sapore di anni spensierati e bellissimi, nonostante mi siano sempre stati molto stretti certi modi di pensare e di agire -e questa dev'essere certo stata un' ulteriore ragione che mi ha spinto ad andare via. Anche se a diciotto anni uno non sempre lo sa.
Qui solo un evento terribile ha potuto perturbarne l'essenza: il terremoto del 1980, che spazzò via interi luoghi, cancellò storie, vite, e cambiò anche le persone, rappresentando proprio uno spartiacque nella storia di chi l'ha vissuto, ma anche di chi l'ha conosciuto solo dai racconti. Esiste infatti un paese "prima" e "dopo" il terremoto, e io mi son fatta l'idea che doveva essere tutto più bello prima. Penso sempre a come sarebbero oggi queste terre se non ci fosse stato lui, perché dove non è arrivata la natura, ci ha pensato l'uomo a saldare il conto.
Io ho solo vaghi e lontani ricordi di un'epoca pre-ricostruzione, in cui anche le case sventrate mi sembravano più vere e più vive, e poi avevano delle cose da raccontare, ormai destinate a perdersi per sempre, perché qui la memoria non è stata preservata, ma si è scelto di cancellarla, forse perché rendeva poco.
E questo faccio davvero fatica ad accettarlo.
Però... sono i luoghi in cui sono cresciuta, e tutto porta il sapore di anni spensierati e bellissimi, nonostante mi siano sempre stati molto stretti certi modi di pensare e di agire -e questa dev'essere certo stata un' ulteriore ragione che mi ha spinto ad andare via. Anche se a diciotto anni uno non sempre lo sa.
Rincontro per caso nelle strade i volti di persone che conosco da sempre, che ci sono sempre stati, personaggi che popolano i ricordi d'infanzia e dell'adolescenza. Qui i vicini sono come una specie di famiglia allargata, di cui si conoscono vizi e virtù. Uscendo di casa so che mi fermerò tante volte per salutare qualcuno, o al contrario so bene da dove non passare per evitare incontri poco graditi.
Rivedere quei visi è per me come rivivere tutta la vita in maniera acceleratissima e condensata, e mi rendo conto che più passa il tempo e più quello che mi colpisce maggiormente sono proprio queste persone, queste figure testimoni di un passato che esiste e che sa chi sono io.
E poi ci sono i paesaggi: a valle, la pianura coi suoi campi coltivati, e poi le colline e le viti, ed infine i rassicuranti Alburni laggiù, cornici immobili ed imponenti che quando li vedo so subito che sono a casa.
Quindi la casa vera, di cui lascio alcune immagini: il ripostiglio-cantina, l'amore felino spesso maldestro ma così indispensabile, e i ravioli di ricotta in attesa di essere cucinati, capolavoro della mamma.
E poi ci sono i paesaggi: a valle, la pianura coi suoi campi coltivati, e poi le colline e le viti, ed infine i rassicuranti Alburni laggiù, cornici immobili ed imponenti che quando li vedo so subito che sono a casa.
Quindi la casa vera, di cui lascio alcune immagini: il ripostiglio-cantina, l'amore felino spesso maldestro ma così indispensabile, e i ravioli di ricotta in attesa di essere cucinati, capolavoro della mamma.
Quando devo ripartire è sempre dura lasciare questi luoghi, da cui una volta sono fuggita, da cui mi sento distante, a cui mi sento irrimediabilmente vicina.
ravioli di ricotta e caciocavallo super gnam.
ReplyDeleteProverò a fingere che il cibo non sia il mio unico interesse e ti chiedo: ma "loro" sanno veramente chi sei? o solo chi eri o chi pensano che tu sia?
Perchè alle volte, secondo me, ti rimangono appiccicate addosso delle etichette che sanno un po' di stantio. Una reputazione, non dico negativa, ma diversa che può risultare castrante...
I ravioli di ricotta sono quelli tradizionali col ripieno un po' dolce: so che può sembrare strano, ma contrasta in maniera sublime col sugo di pomodoro (di carne). Il caciocavallo è ottimo, insuperabile :)
DeletePer quanto riguarda il "chi sono io", hai colto il punto, infatti l'avevo scritto in corsivo apposta. In realtà loro non sanno "chi sono io" oggi, ma onestamente non è quello che m'importa.
Hai ragione a dire che le etichette possono risultare fastidiose, ma del resto anche a me loro sembrano sempre uguali, sebbene sappia che dietro ciascuno si nasconde un mondo sconosciuto: è una realtà speculare ed inevitabile.
Quella natura cosi' aspra e' simile a quella che ho ammirato in Portogallo. Conosco poco la Lucania, ma delle mie estati a Maratea ricordo perfettamente la bellezza del mare e la bonta' di soppressata e caciocavallo :)
ReplyDeleteE ricordi bene allora!
DeleteVero, natura aspra e selvaggia! Però in Portogallo di monti così ce ne sono giusto un paio.
Ps giusto per la cronaca, siccome hai nominato Maratea: qui si tratta di Campania, benché di quella fetta facente parte dell'antica Lucania, quindi una terra diciamo...di mezzo :)
Si si avevo letto da qualche altro tuo commento che sei campana :) mi ha sempre sorpreso l'estensione "altrernativa" della Lucania: la mia ex vicina di casa diceva di essere lucana ma di Bari O_o
DeleteLa tua vicina mi sa che s'è allargata davvero un po' troppo :D
DeleteL'antica Lucania si estendeva fino al golfo di Taranto: Bari è decisamente fuori rotta.
La mia esperienza è molto simile, anche se spostata al nord, e senza nemmeno la scusa del terremoto per spiegare la devastazione di un territorio un tempo bellissimo. Io penso sempre di essere invisibile, qui nel paesello, e poi mi stupisco quando mi accorgo che gli altri sanno dove collocarmi, quando in realtà non lo so nemmeno io...
ReplyDeleteCredo che valga una regola in generale: nel paesello nessuno è invisibile!
DeleteAhhh partire è un po' morire :( Dei ravioli di ricotta non sapevo nulla, ora indago meglio che mi fai sempre scoprire delle cose buone :)
ReplyDeleteIo non vengo da un paese, è una città, non grande, ma una città. Ho sempre creduto che nessuno sapesse chi ero e cosa facevo, invece, specialmente da quando non abito più li, ogni volta che torno, scopro che tutti sanno dove vivo e cosa faccio... un po' mi intimorisce, specialmente per l'idea sbagliata (esageratemente positiva) che hanno della mia esistenza oltreoceano.
Sì, capisco, quelli che abitano all'estero sono sempre visti come una sorta di capitani coraggiosi e superfighi.
DeleteBeh, magari non avremo esistenze da star, ma ci divertiamo e facciamo quel che ci pare :)
che facciamo quello che ci pare è sicuro ;) Io anche un po' tropo dire...
Deleteche bello che comunque conservi un attaccamento per i tuoi luoghi dell'anima !! ma tu in qualche modo lo sentivi che un giorno avresti vissuto fuori ?
ReplyDeleteAttaccamento direi ambivalente da odi et amo, e comunque a piccole dosi (infatti torno pochissimo), così prevalgono i sentimenti positivi.
DeleteBella domanda! La risposta è sì, lo sentivo, ma non ti so neanche dire come e quando sia iniziato questo sentire. So solo che da quando è cominciato non ha più smesso, fondamentalmente sono nomade dentro: mi ricordo per esempio in maniera netta i pensieri che facevo quando ero all'università in tempi non sospetti: camminando per le strade della mia amata Bologna cercavo di fissarmi ogni dettaglio, ogni sensazione, e m'immaginavo come sarebbe stato tutto quando "un giorno non ci avrei più vissuto".
Alburni...
ReplyDeletePetina...
quando avevo voglia di stare da sola prendevo la mia tenda e me ne andavo lassù, da sola, per giorni.
il terremoto e la gente hanno devastato molto, è vero, ma la natura nostra è troppo selvaggia per arrendersi così.
risorgerà.
( e si mangerà tutti quei bei ravioli e i due caciocavalli appesi e berrà aglianico freschissimo direttamente dalla brocca)