Avevo questa bozza ferma dal 19 Ottobre 2011.
Quando sono andata a ripescarla stamattina ho avuto un sussulto.
Pensieri sparsi su un Film, anzi, il Film, quello che per me ha rappresentato e continua a rappresentare un cult, un testamento spirituale, perfetto connubio di forma e contenuto, che ha saputo toccare tutte le mie corde intime, ed ora persino di più: 8 1/2 di Fellini.
Ieri sera lo hanno proiettato alla Cinemateca, un posto straordinario, un museo del cinema con programmazione sempre interessante. Per i cultori dei film d'annata, soprattutto.
Inizia infatti oggi l'omonima Festa do Cinema italiano, e in occasione del 50esimo anniversario del film era quasi scontato che da qualche parte lo riproponessero.
"Non so, per ora sulla cartellina che contiene gli appunti e la scaletta approssimativa del racconto, a parte le solite culone beneauguranti, ho disegnato un grande otto. Sarebbe il suo numero, se lo farò", disse Fellini, parlando del film in fieri che uscì poi nel 1963.
Il ruolo del regista Guido Anselmi fu in un secondo tempo affidato a Mastroianni invece che a Laurence Olivier perché quest'ultimo "era troppo bravo, mentre Fellini cercava un tipo schiacciato dalle debolezze e dalla mancanza di personalità" (così Mastroianni stesso nell'intervista che fece con la Fallaci).
Guido è infatti un regista di mezza età alle prese con una forte crisi d'ispirazione, un uomo che pare sospeso, incapace di vivere il presente; bloccato in un impasse creativo ed esistenziale, incapace di mettere in scena il suo film, di gestire i rapporti con le donne ed in generale con gli affetti. Non riesce neanche a far pace con la memoria dei suoi genitori defunti, che tornano continuamente a trovarlo insieme a tutti i personaggi dei suoi ricordi e dell'immaginazione, quasi come in una dolce tortura, facendolo abbandonare ad una malinconia in cui riesce a trascinare anche noi.
La dimensione temporale ed emotiva è stravolta e costituisce un dondolo perpetuo tra passato e presente, realtà ed immaginazione: Guido si consuma a chiedersi come fare per capire, cosa sia nascosto tra le pieghe di un'esistenza che non si rivela, cercando risposte che non trova.
Guido è infatti un regista di mezza età alle prese con una forte crisi d'ispirazione, un uomo che pare sospeso, incapace di vivere il presente; bloccato in un impasse creativo ed esistenziale, incapace di mettere in scena il suo film, di gestire i rapporti con le donne ed in generale con gli affetti. Non riesce neanche a far pace con la memoria dei suoi genitori defunti, che tornano continuamente a trovarlo insieme a tutti i personaggi dei suoi ricordi e dell'immaginazione, quasi come in una dolce tortura, facendolo abbandonare ad una malinconia in cui riesce a trascinare anche noi.
La dimensione temporale ed emotiva è stravolta e costituisce un dondolo perpetuo tra passato e presente, realtà ed immaginazione: Guido si consuma a chiedersi come fare per capire, cosa sia nascosto tra le pieghe di un'esistenza che non si rivela, cercando risposte che non trova.
Sfilano intanto sulla scena una carrellata di personaggi indimenticabili, come la Saraghina la prostituta, e tutte le donne della sua vita: la moglie Luisa e l'amica, l'amante Carla, sua madre.
È circondato da donne, fantastica di averle tutte in un harem, non ne possiede in verità nessuna.
Un episodio resta per me particolarmente caro. Durante una festa coi produttori del film, Fellini ci mostra Guido da bimbo, in una sequenza eccezionale. Un mago sta intrattenendo gli ospiti leggendo loro nel pensiero; quando arriva il turno di Guido, il mago scrive sulla lavagna le tre paroline "Asa Nisi Masa" e nessuno ne coglie il senso, ma esse sono la formula magica che ci permette di entrare nella porta della sua infanzia. E così conosciamo il casolare di famiglia, le vedemmie fatte di uva pestata coi piedi, le stanze che risuonano del dialetto romagnolo; sentiamo sui nostri corpi la morbidezza delle coperte rimboccate dalla nonna e udiamo sua sorella che prima di mettersi a letto pronuncia le fatidiche paroline "Asa Nisi MAsa". Anima, nel linguaggio del buffo giochino che facevo da bimba.
Sul set dimesso del film che ha ormai deciso di non girare più, dopo aver a lungo parlato della sua incapacità di amare con Claudia, la ragazza immaginaria ormai personificata che rappresenta il suo ideale di Bellezza, Guido capisce, è toccato dalla rivelazione.
D'un tratto si rende conto che non deve far altro che accostarsi alla vita in modo semplice, amare per essere amato, lasciarsi ancora intenerire dagli uomini per ritrovarsi uomo, che ciò che è è tale in virtù di ciò che è stato, in un fluire naturale in cui è immerso, in cui si riconosce...e non ha più paura di mostrarsi e di accettare anche le ombre, i fantasmi del passato, il peccato, le debolezze.
È circondato da donne, fantastica di averle tutte in un harem, non ne possiede in verità nessuna.
Mastroianni e Fellini sul set (foto dalla RAI). |
Sul set dimesso del film che ha ormai deciso di non girare più, dopo aver a lungo parlato della sua incapacità di amare con Claudia, la ragazza immaginaria ormai personificata che rappresenta il suo ideale di Bellezza, Guido capisce, è toccato dalla rivelazione.
D'un tratto si rende conto che non deve far altro che accostarsi alla vita in modo semplice, amare per essere amato, lasciarsi ancora intenerire dagli uomini per ritrovarsi uomo, che ciò che è è tale in virtù di ciò che è stato, in un fluire naturale in cui è immerso, in cui si riconosce...e non ha più paura di mostrarsi e di accettare anche le ombre, i fantasmi del passato, il peccato, le debolezze.
In una sorta di epifania finale i personaggi che popolano il suo mondo interiore e reale troveranno una collocazione, e stavolta sarà una festa di suoni in un girotondo gioioso dove tutti si daranno la mano per celebrare quell'unico ed irripetibile ciak.
La malinconia ha lasciato il posto alla felicità.
Il finale è un tripudio corale, un inno alla vita.
Il film ora c'è, è stato scritto. Non ci sono altre scene da girare.
8 1/2 è semplice, tanto semplice da commuovere.
La malinconia ha lasciato il posto alla felicità.
Il finale è un tripudio corale, un inno alla vita.
Il film ora c'è, è stato scritto. Non ci sono altre scene da girare.
8 1/2 è semplice, tanto semplice da commuovere.
E mi commuove la scena finale che parte dal momento in cui Guido decide di far smontare il set. I suoi pensieri ad alta voce nel momento della "scoperta" (che partono dal minuto 2.55) riescono magicamente a parlarmi in maniera speciale, ogni volta. Vale sempre la pena rivederla.
"Ma che cos'è questo lampo di felicità che mi fa tremare, mi ridà forza, vita?
Vi domando scusa, dolcissime creature; non avevo capito, non sapevo...
Com'è giusto accettarvi, amarvi, e com' è semplice. Luisa, mi sento come liberato: tutto mi sembra buono, tutto ha un senso, tutto è vero. Ah, come vorrei sapermi spiegare. Ma non so dire...
Ecco, tutto ritorna come prima, tutto è di nuovo confuso. Ma questa confusione sono io, io come sono, non come vorrei essere, e non mi fa più paura.
Dire la verità, quello che non so, che cerco, che non ho ancora trovato. Solo così mi sento vivo, e posso guardare i tuoi occhi fedeli senza vergogna. È una festa la vita, viviamola insieme. Non so dirti altro, Luisa, né a te né agli altri: accettami così come sono, se puoi. È l'unico modo per tentare di trovarci."
E dopo il 19 Ottobre 2012, un anno esatto da quando avevo iniziato a scrivere questa bozza, il giorno che ha segnato il "prima" e il "dopo" della mia vita, queste parole oggi sembrano arrivare da lontano apposta per me.
Che bello, cara Elle, tornare a leggere di te, del tuo film preferito, del meraviglioso Marcello/Guido, di te che parli di un lampo di felicità che ridà forza e vita. Sono felice anch'io, e ti abbraccio.
ReplyDeleteNe parlo perché lo trovo ispirazione e verità pura, non posso negare insomma che sia così come dice lui, dev'essere così, bisogna solo aprirsi, ancora una volta.
DeleteGrazie per l'abbraccio!
Bentornata! Ci sei mancata :)
ReplyDeleteGrazie :)
DeleteQuante coincidenze... e che bello conoscere certi retroscena. Ti abbraccio, Elle.
ReplyDeleteGià, ma il fatto più bello è che l'uomo possa produrre qualcosa come questo film, un concentrato di amore e di celebrazione della vita, che per me non ha eguali.
DeletePrima, c'è stata la felicità di trovare un tuo post. Poi, è stato bello leggerti. Sentirti raccontare di qualcosa che ti piace, usando parole come felicità, amore, vita.
ReplyDeleteUn abbraccio grande.
Sì, qualcosa che mi piace...
DeleteCe ne sono sempre di cose che mi piacciono, bisogna solo trovare i modi per raccontarle :)
Mi sembra il giorno ideale per un ritorno visto che si festeggia proprio la felicità oggi! E io sinceramente ti auguro che "un lampo di felicità" ti faccia tornare a sorridere
ReplyDeleteE mica lo sapevo! Grazie Sabina, lo spero anch'io!
DeleteRispondo a questo tuo bellissimo post con un altro post. Eccolo:
ReplyDeletehttp://www.antorra.com/above-my-desk/
La foto che vedi in alto a sinistra e' stata appunto scattata durante le riprese di 8 1/2 da Michelangelo Durazzo. Si trova li sul muro da circa tre anni, cioe' da quando l'ho acquistata in un cinema di Bristol in England.
Grande Durazzo, le foto sui set sono tra le mie preferite. Grazie!
DeleteCiao tesoro
ReplyDeleteche piacere rileggerti qui
tenera e profonda
come solo tu sai
:o)
schiocco
Adelia
Grazie Adelina! Rischiocco.
DeleteChe piacere trovare un tuo nuovo pot, cosi ricco di informazioni, poesia e vibrazioni di tanti tipi diversi..sfaccetti diamanti quando ti siedi alla tastiera, tu!
ReplyDeleteio nn ho mai visto questo film ma ora ho quasi paura che sia meno bello vederlo da me che coi tuoi occhi!
Eh eh, capisco...ma è così del resto per tutta l'arte.
DeleteDa estimatrice non posso fare altro che consigliarlo sempre a tutti.
ma che bella persona sei elle? <3
ReplyDeletema...è Federico a parlare :)
Deleteeheheh... sì sì... ovvio. Ma ti adoro tanto!!!
Deletebello elle, da cuore a cuore. ho guardato questo film per la prima volta un paio di anni fa, dopo averne sentito parlare per una vita, e sei tu oggi a farmi capire la trama, sai? era bello perche' la guardavo la sera tardi, e ogni notte mi addormentavo senza finirlo, per poi riprendere il giorno dopo. e il film era anche lui un sogno, e io che di attori non ne capisco pensavo che bravo mastroianni! e diceva sempre una cosa che mi faceva ridere, usa un'espressione nel film, ahh qual e'? mi e' piaciuto ripensarci, grazie!
ReplyDeleteriru
Beh, dico solo che la prima volta che diversi anni fa tentai di vederlo son finita addormentata (ho il brutto vizio di guardare i film nel letto la sera tardi, e questo non è propriamente il film della buonanotte!)
DeleteLa trama è semplice, il finale di rivelazione inequivocabile, ma il film per il resto è talmente denso che ognuno può coglierne aspetti diversi, o preferirne e farne suoi altri.
Uhm, cosa diceva sempre?! Ho un vuoto, non ricordo una battuta ripetuta di frequente.
Me tapina.
Cara Elle,non ho mai visto questo film,pur avendo visto forse quasi tutti gli altri,a partire da La Strada. Quando ero ragazza e lo trasmettevano in Tv i miei non lo gradivano... e poi non ce n'è stata più occasione. Così mi piace particolarmente la tua presentazione che mi dispone ad una futura visione più consapevole.
ReplyDeleteSto attraversando uno strano momento della vita in cui quando ho raccolto le mie idee per fare qualcosa,arriva un colpo di vento e le disperde. Succede per un fatto legato a motivi di salute(mia o di Danilo),per i passaggi della famiglia che come sai è irrequieta e segue un calendario interno che non prevede le mie idee in fieri. L'unica è abbandonarsi al flusso,ora creativo e ora "diversamente" creativo...ed alla fine qualcosa accadrà. Mi auguro che dentro il flusso del tempo ci siano spazi di gioia ed armonìa per tutto e per tutti.
Cara Elvira,un abbraccio affettuoso da Rita.
Uh, la strada...a cosa mi fai ripensare, bellissimo anche quello, anche se molto più triste e amaro.
DeleteCome dicevo più su nei commenti, alla fine ognuno ci può vedere tante cose...è questo il bello di certa arte, no?
Non è sempre facile e lineare mettere a frutto le idee, o anche solo concentrarle, focalizzarle, specie quando ci sono fattori esterni di "distrazione". La creatività non è solo un fatto di pulsione, come tu ben sai, ma richiede dedizione, impegno, concentrazione.
Son sicura che tornerai a dipingere quando il vento si sarà calmato.
Ti ricambio l'abbraccio, portato dal vento dell'Atlantico che oggi soffia davvero forte.
Con questo post mi hai toccato il cuore. Gli anni dell' università, studiavo cinema e su Fellini, che amo di un amore viscerale, scelsi di fare la tesi. Sperimentale. Analizzai il sonoro di 4 dei suoi film, tra cui 8 e 1/2. Hai saputo cogliere l'essenza e l'umanità, il senso del film. Grazie per avermelo raccontato, ancora :)
ReplyDeleteMi mandi la tua tesi? :)
DeleteDai davvero ti interesserebbe? Mi sono emozionata sai? Saresti l'unica, oltre a me e al mio relatore, a leggerla! Il punto è che ce l'ho solo cartacea, io nn so più che fine ha fatto il file, né tantomeno il cd su cui l'avevo masterizzata. Dovrei mettermi con calma e scannerizzarla tutta. Se hai pazienza, senza scadenze, magari ce la potrei fare un giorno :)
DeleteCerto che m'interesserebbe...il cinema è una delle mie passioni. Non ho mai studiato nulla, ho solo fatto...tanta pratica :)
DeleteAh, poveri file perduti...
Se hai pazienza tu di fare il lavoraccio, figurati io, che sarei solo là a godermi i frutti delle tue fatiche!
questa recensione mi cosola per aver perso il film
ReplyDeletegrazie...ma vederlo davvero è altra cosa!
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