Esiste un posto nel mio cuore dove si riparano con amore borse, cinture, scarpe e tutto quello che sia di pelle. Qui migliaia e migliaia di cose consumate, oggetti improbabili e malconci, scampoli e residui rinascono a nuova vita dalle mani esperte degli artigiani cresciuti a pane e bottega, tra martelli e vernici.
L'attività è mandata avanti con passione da due generazioni, e ci lavorano circa tre famiglie venute dall'amata Sicilia in tempi di guerra e povertà, sulla scia di un giovane soldato chiamato alle armi che riuscì ad imbucarsi nella Marina per sfuggire alla trincea, e che cominciò a costruirsi una vita sullo Jonio e ad inventarsi un lavoro per la vita.
Nell'immediato dopoguerra era solo un piccolo buco buio, e dentro a quei portoni ottocenteschi scorrevano le vicissitudini di tante umili famiglie che dividevano una stanza in cinque o sei, avevano il cortile in comune e vivevano tutti come se fossero uniti da un solo destino.
Nel retrobottega e nei mezzanini, accanto ai letti, bollivano pentole di sugo dolce e friggevano padelle di melanzane per la pasta della Domenica, perché il profumo di quel lembo di terra lasciato anni prima non avrebbe mai abbandonato i sogni ed i ricordi di chi era andato a cercare fortuna altrove, tradendo intimamente il suo rapporto con il mare e quelle montagne aspre che vi si calavano a picco, un incantesimo che solo gli isolani sanno. E bisognava continuamente farsi perdonare, fare pace col passato, ricucire lo strappo.
Qualcuno nel frattempo se n'è andato, lasciando il suo vuoto: prima quel soldato della Marina, poi un giovane artigiano bravissimo a cucire cartelle di cuoio, che lasciava un segno distintivo su tutto quello che le sue mani creavano, e quanto rammarico a non averli neanche conosciuti.
Recentemente se n'è andato anche il maestro calzolaio che ha visto nascere bambini ed invecchiare adulti, e che ho avuto il piacere di incrociare sul mio cammino. Anche se non era della famiglia di sangue, era davvero uno di loro.
Le tracce di chi non c'è più sono visibili però, le loro presenze si avvertono, sono rimaste. Bisogna solo coglierle.
Ogni cosa parla di sé, ed io la sto ad ascoltare sempre volentieri, perché non vorrei perdere neanche una parola di quello che ha da raccontarmi.
Ed io, che ormai lo sento mio, ogni volta m'incanto in quelle stanze, sbucando da corridoi e porticine, immaginando un luogo che non c'è più, eppure che è presente ovunque, in tutte le fibbie, nei rotoli di pelle colorata, nei lacci, nei chiodi, nei vecchi ferri del mestiere.
In questi giorni OceansTwo ha visite da quelle terre lontane.
Com'è bello averli qui, dividere con loro questo piccolo mondo diverso, svegliarsi di fronte ad occhi amorevoli la mattina, tornare a casa la sera e sentire il profumo delle cose cucinate con dovizia ed amore, l'odore di casa che ti avvolge e non ti lascia.
Vorrei che le giornate fossero infinitamente più lunghe.
Cara Elle,sono così in sintonìa con le tue parole e queste foto mi riportano a...Mio padre fabbricava borse e per anni un paese intero è venuto nella sua bottega a vedere se si poteva riparare qualcosa.Non era il suo lavoro riparare, ma il suo cuore di Palermitano cercava sempre il sistema di rimediare e fare contente le persone...I miei suoceri facevano scarpe e probabilmente accadeva anche a loro...Adesso camminando per le strade di Voghera, insieme a Beatrice,come è accaduto di recente per 3 settimane filate,ci siamo stupiti di come la bimba dedica una analisi attenta e tempo con grandi discorsi e dita che confrontano ed indicano SOLO davanti alle vetrine di borse e scarpe!Nè giocattoli nè vestiti nè cose da mangiare creano una reazione del genere.E nel suo guardaroba una borsina(magari della mamma)non manca mai!Un abbraccio!
ReplyDeleteTenera lei!
DeleteAh, il cuore palermitano! :)
Mi fa piacere che anche tu abbia questo tipo d'immagini nella tua memoria.
Abbraccio!
Appena ho visto le tue foto ho subito pensato a quale camera (vintage ovviamente!) e quale film userei per ritrarre un posto del genere! E' una meraviglia! Mi ci porti? Pretty pleeease...
ReplyDeleteTu gli daresti la giusta interpretazione! E' una meravigliosa meraviglia, anche le persone che la abitano, se capita che siamo in loco contemporaneamente ti ci porto volentieri! :)
DeleteL'ho riletto due volte.
ReplyDeleteBeh, allora avrai capito quanto io ci tenga :)
DeleteHai fatto bene a documentarlo, questi posti sono delle piccole perle nascoste di cui pochi capiscono il fascino e l'importanza. Dovrebbero essere protetti!
ReplyDeleteEh, ma io sono un segugio quando si tratta di scovarle! :)
Deletegran bel post Elvira :) Clap clap :)
ReplyDelete.. E in tutto questo, chi si ricordava piú della scatola dei Bucaneve?!? :D
Grazie Daby!
DeleteHai visto? Quel posto è uno scavo archeologico!!
post BELLISSIMO! mi pare quasi di sentire l'odore di quel posto...
ReplyDeleteodore di vernici, colle, pelli stratificato da decenni....e in più di...cascavaddu palermitano, onnipresente!!
Deleteehmmm quello mi piacerebbe gia' meno visto che non sono un'amante dei formaggi, ma va bene cmunque ;)
Deletemagia in questi posti, tu accedi sempre a questi angoli tipo agente segreto. How is it possible Elle? Vorrei vederla Taranto, ho un paio di amici che vengono da lì!
ReplyDeleteEh eh, in questo caso specifico diciamo che ho un contattone! :)
DeleteNegli altri casi non esito ad intrufolarmi.
Taranto è una bella città, specie Taranto vecchia merita di essere vista, il resto è piuttosto squadrato e tutto votato al commercio. Ma il mare....quello ti cattura per sempre. E anche le cozze :D
Peccato per gli stabilimenti -acciaieria e raffineria- che ti danno un benvenuto non degno e spesso, per chi è solo di passaggio, restano l'unica immagine nel ricordo.
Ti auguro che le giornate allora si allunghino un po' :)
ReplyDeleteBuone mangiate e buone reminiscenze!
Grazie ehehe! Tornare a casa e sentire odore di polpette al sugo è il momento topico della giornata! :D
DeleteChe brava che sei! Con questo post suggestivo ed evocativo mi hai proiettata direttamente nell'antro delle meraviglie!
ReplyDeleteScrivi meravigliosamente, ragazza!;)
Grazie Laura, e benvenuta nell'antro :)
DeleteChe meraviglia di posto!! E che belle foto che hai fatto! Questi luoghi sono un risveglio della memoria! Complimenti!!
ReplyDeleteGrazie Titti, sono alcuni dei luoghi dei miei ormai sporadici ritorni in Italia. Ma li porto sempre con me!
DeleteVorrei avere un laboratorio esattamente come quello ... Molto belle le tue parole ;)
ReplyDeletegrazie Clyo, te lo auguro! E benvenuta!
Deleteuh, la scatola di latta dei bucaneve! ce l'aveva anche mia nonna, dentro c'erano le cose per cucire. sono passati almeno 26 anni dall'ultima volta che ho visto quella scatola, non so come faccio a ricordarla, che a stento ricordo la nonna! ;)
ReplyDeleteUn post...epifanico :D
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