Ieri sera sono andata finalmente a vedere il film-documentario "Women are heroes" di JR, un giovane fotografo-street artist-attivista parigino che, partendo dalla banlieux della sua città, è arrivato a portare le sue opere sui muri di tutto il mondo.
Dopo diversi lavori interessanti (ad esempio il FaceToFace in Israele e Palestina), nel 2007 inizia a lavorare ad un progetto più vasto che lo porta in giro dal Brasile alla Cambogia e all'India, passando per Sierra Leone, Kenya, Liberia e Sudan, allo scopo di conoscere e fotografare quelle realtà ai margini, di cui si parla al massimo in circostanze tragiche.
In "Women are heroes" JR ci parla attraverso gli occhi delle donne che vivono in quei luoghi dimenticati, che con la sofferenza di madri e la loro grande tenacia lottano quotidianamente perché qualcosa cambi nel loro mondo; quelle donne ci raccontano le loro storie e regalano volti e sorrisi a chi vorrà raccoglierli e diffonderli. Ne vengono fuori dei ritratti meravigliosi, alcuni indimenticabili, che non vi anticipo: vi dico solo che vale davvero la pena conoscerli.
Sono tutte storie di mondi difficili, con i loro ampi squarci di umanità che scorre tra le lamiere e i muri di mattoni improvvisati, e sono testimonianze drammatiche che non sfociano mai nel pietismo. Parole lucide, le loro, e le lacrime, quando sgorgano, sono calde e sanno di un'interiorità carica e piena, di una forte volontà di condividere, di migliorarsi, di credere in una possibilità di vita anche dove la morte si tocca con mano. In fondo c'è sempre la speranza che qualcosa possa cambiare, mediante l'impegno profuso ogni giorno nell'educazione dei propri figli, col lavoro -per quanto umile possa essere- e con la lotta ai piccoli e grandi abusi di cui sono vittime ogni giorno.
Più volte mi sono emozionata durante la visione!
Sono tutte storie di mondi difficili, con i loro ampi squarci di umanità che scorre tra le lamiere e i muri di mattoni improvvisati, e sono testimonianze drammatiche che non sfociano mai nel pietismo. Parole lucide, le loro, e le lacrime, quando sgorgano, sono calde e sanno di un'interiorità carica e piena, di una forte volontà di condividere, di migliorarsi, di credere in una possibilità di vita anche dove la morte si tocca con mano. In fondo c'è sempre la speranza che qualcosa possa cambiare, mediante l'impegno profuso ogni giorno nell'educazione dei propri figli, col lavoro -per quanto umile possa essere- e con la lotta ai piccoli e grandi abusi di cui sono vittime ogni giorno.
Più volte mi sono emozionata durante la visione!
Ecco il trailer in versione ridotta.
Alla fine quei volti e quegli occhi vengono fotografati da vicino e finiscono per illuminare e ridisegnare i luoghi cui appartengono...e non solo ormai, perché il progetto è diventato anche una mostra itinerante ed un libro.
Così si presentava la favela Morro da Providência di Rio de Janeiro dopo il "ritocco".
Andate a vedere questo film (su YouTube
c'è anche in versione integrale, ma solo con sottotitoli in francese), o
le mostre relative, se vi capita. Penso sia importante che queste voci non cadano nell'oblio, e sono sicura che quegli occhi che scorrono persino sui treni in corsa tra gli slum vi resteranno impressi a lungo, perché sono così profondi che sembrano abbracciare tutta la terra.
Voglio vederlo! Però i sottotitoli in francese no, bisogna che lo trovi in qualche cinema. Grazie, sembra molto bello.
ReplyDeleteSì, lo è! Speriamo che lo trovi!
DeleteConcordo in pieno. Emozionante. La visione é vivamente consigliata. :)
ReplyDeleteSì Dany...e tu che avevi paura di addormentarti!
Deletegrazie per la recensione, approfittero' delle prossime serate da mamma single per vederlo quando le pupe saranno a nanna!
ReplyDeleteBene! Poi mi dirai cosa ne pensi allora!
DeleteBello! Adesso so cosa guardare questo weekend!
ReplyDeletePoi mi dici le tue impressioni!
DeleteGrazie per la segnalazione! Chissa' se riusciro' a vederlo.
ReplyDeleteMannaggia, in rete c'è solo coi sottotitoli in francese...
DeleteComunque ogni tanto lo passano nei cinema di tutto il mondo.
Bello, grazie per la segnalazione. Io l'ho sempre pensato che "women are heroes"...
ReplyDeleteEh eh, e queste, credimi, lo sono anche di più :)
DeleteNon mancherò di vederlo. Con i sottotitoli in francese, e perchè no?
ReplyDeleteGrazie!
Se lo mastichi un po' non sarà difficile. In realtà gran parte del film è in inglese, ma vi sono ampi pezzi in portoghese o in qualche lingua dell'India ecc.
DeletePoi mi fai sapere allora!
Dai, con i sottotitoli in francese mi sta bene. Così rispolvero la lingua dei cugini d'oltralpe!!! Grazie per la recensione!
ReplyDeleteUn abbraccio!
Brava Titti, farai un viaggio a 360º!
DeleteChe bello! Lo vedrò subito :)
ReplyDeleteBrava anche tu :D
DeleteGrazie dello spunto! Vado subito a vederlo su youtube! :)
ReplyDeleteUn'altra adepta! Yeah! :D
DeleteElle non so cosa dire qui, io non riesco a guardare le cose impegnate, temo il commitment intellettuale! Forse provo a fare click sul trailer. Vado ora dai. awww temo il commitment.
ReplyDeleteAhahaha! Secondo me non è pesante comunque, e poi c'è sempre la storia della street art :D
DeleteMi sento quasi in imbarazzo ad essere l'unico maschietto a commentare...
ReplyDeletePerò ho voglia di vederlo anche io il documentario!
Così faccio anche esercizio di francese....
Eheh, ma siete una minoranza assoluta su questo blog in generale :)
DeleteGuardalo, merita, e non è affatto sessista (nonostante il titolo forse fuorviante). Solo succede che in certi posti del mondo, dove violenza e criminalità dettano le leggi, gli uomini siano i primi ad andare, lasciando sole mogli e madri.
quasi sono contenta di non essere riuscita a vederlo, tanto l'hai descritto bene! comunque alla fine l'ho cercato e mi sono vista quello che credo sia un riassunto (9 minuti se non erro).
ReplyDeleteok, la prossima volta non mi faccio fregare con un "beviamo solo una cosa e andiamo", che tanto poi so che non son capace di guastare la festa.
In sala ovviamente è un'altra cosa :)
DeleteVabbè, ma era un'occasione speciale...il film magari lo ripropongono.