04/08/2013

La musica di Lisbona

Una sera di Giugno del 2005. 
Mentre la mia tesi attende di essere completata in un computer di una scrivania bolognese (mi sarei laureata a Dicembre) mi trovo agli estremi occidentali d'Europa in un posto dove un pianista suona musiche di Monk appositamente per due ospiti speciali. Quei due siamo io e mrT, e ci siamo imbattuti nel locale vagando senza una meta per i vicoli di Alfama. 

Già da quell' ormai lontano ma indimenticabile viaggio capii che Lisbona è meticcia, sa di Africa e d'America, è improvvisazione, sincope, guizzo improvviso, è una nota trascinata, sapore di stanze buie riscaldate dai respiri umidi là dentro, bagliore accecante di cristalli di luce là fuori, preghiera antica delle donne che aspettano i marinai salpati per terre lontane, è la festa del ritorno a casa.
In una parola, è jazz. 

Ho già scritto il mio personale perché. Riferendomi invece strettamente alla scena  musicale, posso dire molto altro.
Ad esempio, da un'anima blue e dalla passione di alcuni giovani lisboeti è nata l'etichetta indipendente Clean Feed che è ormai diventata riferimento per molto jazz contemporaneo in tutto il mondo. Lo storico posto da dove tutto iniziò nel 2001 per me è luogo di venerazione ammirata perché i proprietari sono stati capaci in pochi anni di creare un piccolo miracolo. E senza montarsi la testa: adesso hanno trasformato lo store in un posto dov'è possibile ancora bere birra ad un euro e ascoltare concerti dal vivo senza sborsare un soldo.

Innumerevoli poi sono le iniziative musicali jazz presenti in città durante l'anno.
L'autunno e l' inverno vedono fiorire i festival nei teatri e negli auditori, nonché all' Hot Clube, un autentico jazz club -tra i più antichi d'Europa- dove si sta pigiati nottetempo soltanto per ascoltare musica. 
E bere birra ad un euro.
La primavera e l'estate sono ovviamente le regine degli spazi all'aria aperta: grandi e piccoli nomi si susseguono sui palchi cittadini, ed è sempre una festa parteciparvi. 
Perché la città risuona della musica di cui è fatta.

L'estate è il momento di  OutJazz: da Maggio a Settembre ogni domenica pomeriggio un parco pubblico (che cambia ogni mese) offre un'ora di musica completamente gratuita in un'atmosfera rilassata e allegra.
Questo mese è il turno anche di Jazz em Agosto e stasera vado a sentire l'eclettico John Zorn che suona con gli Electric Masada, di cui fa parte uno dei miei chitarristi preferiti, Marc Ribot, autore di quegli inconfondibili riff che si sentono ad esempio in molti pezzi dello zio Tom (Waits) e Vinicio Capossela.



Arriva un bel concerto dopo l'incredibile giornata di ieri, trascorsa su una spiaggia nascosta trovata per caso dopo aver lasciato l'auto tra gli alberi, il nostro Big Sur atlantico. 


Tutto questo è musica.








Aggiornamento post concerto.
John Zorn and Electric Masada sono una delle cose più interessanti e divertenti che abbia sentito negli ultimi anni. Definirli con un genere sarebbe arduo e riduttivo: sonorità yiddish ed orientali, ma anche elettroniche e rock, la compagine trasmette un'energia incredibile già dalle primissime note. 
Una formazione a tre percussioni, Zorn al sax e in veste di singolare direttore; Marc Ribot in gran forma, musicisti eclettici e divertiti. Impossibile non tenere alta l'attenzione dall'inizio alla fine, impossibile stare fermi.
Se suonano dalle vostre parti vi consiglio caldamente di andarli a vedere!










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