27/09/2011

Filetto all'uva con riduzione di vino rosso e porto

 ...accompagnato da carotine croccanti. 

Più difficile da scrivere che da fare, questo piatto spiccatamente autunnale. 
Per due persone occorrono:
400 gr di filetto, un grappolino d'uva bianca, un pò di rosmarino, una punta di coltello di burro, 1 bicchiere piccolo di vino rosso (io ho usato un buon Herdade dos Grous del 2008, alentejano, piacevolissima scoperta, altrimenti andrebbe bene un Pinot), un bicchierino di porto, sale. 
E procedete così:
fate cuocere l'uva privata dei semini nei vini a pentola coperta  fino a che il liquido non si sarà ristretto (circa 10-15 minuti). Sciogliete il burro in una padella e fatevi rosolare la carne da ambo i lati a fiamma vivace per sigillarla (così resterà succosa). Portate a cottura aggiungendo rametti di rosmarino e infine versateci sopra la salsina di vino e uva, quindi salate. Et voilà. 
Per le carote croccanti fate stufare mezza cipolla bianca in un pò di olio, poi aggiungete le carote tagliate a listarelle spesse e un pò di aceto bianco. Fate andare per 15 minuti salando e aggiungendo 4-5 olive verdi  sminuzzate a metà cottura e un pò di origano alla fine.

Santè!


25/09/2011

Penne con ceci, calamari e patate

L'abbinamento ceci e calamari a mio avviso è uno dei più riusciti nel mondo degli accostamenti "mari e monti": la cremosità dei ceci e la loro consistenza pastosa, infatti, esalta il sapore del calamaro. Provare per credere!
Questo piatto è di facile e abbastanza rapida esecuzione, l'unico accorgimento particolare è di non far cuocere eccessivamente i calamari, altrimenti diventerebbero duri e gommosi. Io l'ho fatta così (per due persone):
Ingredienti
200 gr di penne (sarebbero meglio le trofie o le caserecce)
1 calamaro di circa 150 gr pulito
1 patata media
1 pomodoro
1 spicchio d'aglio
prezzemolo, sale, pepe, vino bianco, olio evo
150 gr di ceci lessati, di cui 1/3 frullati nel mixer con un pò di acqua per ottenere una cremina
Procedimento
Tagliate la patata a cubetti e fatela rosolare -non friggere- in qualche cucchiaio di olio. Poi mettetele da parte.
Nella stessa pentola farete cuocere il calamaro tagliato a listarelle con lo spicchio di aglio vestito e il pomodoro sminuzzato, sfumando con del vino bianco, non più di 5-6 minuti. Aggiungete i ceci interi, pepate e fate cuocere altri 5-6 minuti. Poco prima di spegnere la fiamma aggiungere la cremina di ceci e  le patate precedentemente preparate e un pò di acqua di cottura. Scolate la pasta e passatela in padella col condimento e un pò di sale per addensare il sughetto. Decorate con prezzemolo e servite.



24/09/2011

Prontuario di sopravvivenza urbana a Lisbona






Dopo quasi 16 mesi di permanenza, ecco un primo, piccolo manuale semiserio di sopravvivenza in terra lusitana: per chi volesse avventurarsi, nonché per chi l'avesse già fatto (purtroppo o per fortuna). Tre problemi  per tre rimedi.


1. Problema: in un qualsiasi ufficio pubblico incontrate personale che non conosce affatto le leggi; per dirne una, pretendono che tu, cittadino dell'UE, esibisca tassativamente il passaporto come documento d'identità, e forniscono spesso informazioni approssimative, per usare un eufemismo.
Rimedio: insistere, fare pressione per farvi dare ragione sulla questione passaporto. Per il resto, girare n uffici e fare la media pesata delle informazioni raccolte; mai fidarsi subito dell'indicazione ricevuta. Vagliare attentamente, setacciare, cercare su internet, indagare. Tornare alla carica informatissimi ed incazzati e poi collegarsi al rimedio del punto 2.


2. Problema: incontrate spesso persone allergiche al lavoro, sia fisico che mentale, con la tendenza a procrastinare.
Rimedio: non lasciatevi mai intenerire, bisogna sempre dichiarare urgenze o calamità personali imminenti per ottenere il servizio richiesto. Di fronte alle calamità alzano le mani rassegnati, accettando l'inesorabile destino che si è abbattuto su di loro. Non fate come me che, dopo che un'ottima compagnia aerea aveva fatto polpette della mia valigia, vi fate recapitare la nuova in pieno centro e ve la scorazzate mezza mattina perché voi avevate osato uscire di casa! Il corriere, infatti, dopo essere passato al vostro indirizzo ad un'ora totalmente arbitraria, non "poteva" tornare a recapitarvela nel pomeriggio! Sono stata una babbea, ma il furbone mi ha preso in contropiede. Ripeto, mai lasciarsi intenerire!

3. Problema: ora tocco un argomento per me OSE'. I lisboeti pensano che la cucina italiana sia solo pasta e pizza (-io: "la nostra cucina è molto varia", vagheggiando tortini di verdure, arrosti brasati, zuppe invernali, mozzarelle, deliziosi pasticcini.. portoghese "sì, avete molti modi di fare la pasta.." dieci secondi di silenzio) e che la loro invece sia la cucina più varia del pianeta. Premetto che qui non si mangia male, ma la parola "vario" forse può solo riferirsi alla massiccia o meno presenza di aglio nelle pietanze!
Rimedio: non parlate di cucina italiana coi lisboeti, uno perché vi viene da piangere di fronte all'ennesima bistecca (o pesce arrosto) con patate e aglio, due perché dovete concentrarvi con la massima attenzione nella delicata operazione di scartare l'aglio, specie se è venerdì, quando a pranzo mangiate aglio fuori e avete la visita dal dentista nel pomeriggio.


Non amo particolarmente il fair play, ma prometto che la prossima volta scriverò anche di come -in qualche modo a volte indecifrabile- ci pensa la città ad ammaliarti e a farti ritenere sotto sotto fortunato di essere approdato in questa terra remota.




21/09/2011

Qualche autunno fa

Solo qualche autunno fa giravo per l'oltrepò pavese a scoprirne il fascino discreto. Colline dolci che si ergono improvvise nel mezzo della pianura infinita, dove l'occhio riesce a scorgere l'orizzonte e oltre. Da un lato il grande Po, dall'altro castelli e borghi di pietra immersi nei vigneti spogliati dei loro frutti, rossi e gialli.
L'autunno è struggente nei suoi toni caldi sulle foglie e sui rami secchi, sulle viti, sulle strade lasciate vuote dalle folle estive, nei paesi dove la vita ritorna immobile e uguale a se stessa, nell'aria che sa già di pioggia.

Ed io penso a quei colori densi di luce...e mi pare di sentire l'odore delle foglie bagnate.







20/09/2011

Ispirazione Nipponica. Riso yoshoku con salmone

Festeggio il trasloco di oceanstwo su Blogger con una ricettina. E ringrazio cavoletto per l'ispirazione!

"Yoshoku" nel vocabolario culinario nipponico vuol dire "che viene da Occidente".
I Giapponesi hanno unito il gusto squisitamente orientale ai piatti della tradizione, dando vita a dei classici della loro ristorazione. Una sorta di "fusion" con gli occhi a mandorla...In pratica, se proprio vogliamo dirla tutta, la maggior parte dei piatti che vengono proposti da noi nei ristoranti giapponesi sotto sotto sono degli "yoshoku".
Mi ci sono cimentata anch'io, una sera in cui mi stuzzivaca l'odore fresco e piccante dello zenzero, di cui credo non potrò più fare a meno.

Ricetta e procedimento per 2 persone
12 cucchiai di riso
2 filetti di salmone da 120-150 gr ciascuno
8-9 cucchiai di salsa di soia (io ho abbondato)
1 cucchiaio di zenzero grattugiato
un pezzetto di porro da 7-8 cm
una carotina
uno spicchio d'aglio
un cucchiaio di zucchero di canna
2 cucchiai aceto di riso
olio evo
30 gr di burro

Preparate una marinata con zucchero di canna, aceto di riso, un pezzettino di porro sminuzzato, 2 cucchiai di salsa di soia e un goccio di olio. Immergetevi i pezzi di salmone e lasciate a marinare mentre vi dedicate al riso.
Fate soffriggere lentamente il burro, l'olio, lo zenzero, l'aglio e un po' di porro sminuzzato, poi aggiungete il riso, la restante salsa di soia e fatelo tostare. Portate a cottura il riso aggiungendo acqua bollente di tanto in tanto, come se fosse un vero risotto. A 4-5 minuti dalla fine tagliate a rondelle fini una carotina e mettetela in pentola insieme al riso. Aggiustate di sale.
Intanto arroventate una piastra che usate per la griglia e cucinate il salmone lasciandolo 3 minuti per parte. Si formerà una crosticina attorno croccante mentre dentro resterà morbido.
Preparate i piatti col riso e adagiatevi il salmone con un altro po' di porro.
Ittadakimasu!




18/09/2011

É o vento ventando..

Lagoa da Albufeira, la scoperta più bella di quest'estate che se ne va. Tre lagune in una, separate dall'immensità dell'oceano da una duna che viene aperta in primavera, acque dolci e salate che si fondono toccate dal vento. Nascosta in una pineta immensa che fa parte della Riserva Ecologica Nazionale, che ospita tra l'altro molte specie protette di uccelli. E in effetti è un posto che sa di partenze e di approdi.

E quelle casette di legno colorate sulla spiaggia.. forse il rifugio antico di pescatori?

Meta prediletta dagli appassionati di kitesurf. Anzi, direi presa d'assalto! Ad un certo momento i kites colorati e gonfi di vento atlantico affollavano il cielo blu. Paura che qualcuno potesse persino finirci addosso!











Decolli e piroette di fine estate.




14/09/2011

Un fado per caso


Metti una sera quattro amici ed un fado incontrato per caso. A volte certe cose riescono proprio bene.



11/09/2011

Una terra chiamata Alentejo

Una terra distesa tra Lisbona e l'Algarve, fatta del sudore degli uomini che l'hanno coltivata per secoli, vivendo di privazioni e di stenti. Di lotte agrarie, di povertà. Bianchi paesini arroccati in fortezze senza tempo, baciati da una luce accecante, bianchi sull'azzurro del cielo, bianchi sulle finestre dipinte di giallo e blu, sul ferro battuto dei balconi. Casine solitarie immerse nei vigneti e nel sughero, panorami su vallate color ocra, donne misteriose strette dentro scialli neri che spiccano in tutto quel bianco, e che sembrano volersi sottrarre alla luce che le insegue nei vicoli.
Io rapita dalle ombre che da quella luce si originano, che con quella luce giocano.

E, poco più in là, la costa fatta di spiagge selvagge e incontaminate: ci tornerò per conoscerle, e sarà estate di nuovo.
















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