30/05/2012

30 Maggio

Il 30 Maggio 2001, undici anni fa (!) i Radiohead venivano a suonare all'Arena di Verona nella loro unica tappa italiana. Mancavano pochi giorni all'uscita di "Amnesiac", ma già la loro musica aveva subito una svolta più elettronica con "Kid A". Io fino a quel momento avevo tutti i loro CD, tranne uno, "OK Computer", uno dei capolavori degli anni '90, che però conoscevo a memoria, e che avrei acquistato proprio dopo quel concerto, folgorata dall'esecuzione live. E che mi è tanto caro che ormai è uno di famiglia. Tra l'altro in casa OceansTwo ne girano ben due copie. Due di famiglia, quindi.

Maggio a Bologna è un mese che può essere già caldissimo, ed è il tempo delle ultime lezioni prima della sessione estiva di esami. 
Si sparge la voce, i Radiohead vengono a suonare a Verona. Chi viene con me? Solo un mio amico risponde all'appello, e sarà con lui che avrei visto uno dei concerti più belli di sempre. Per me, e non solo.






Per tutti quelli che ebbero la fortuna di assistervi.
Perché fu davvero uno spettacolo incredibile.
Per la location, per la luce del tramonto su quelle sagome e sui corpi dei quindicimila accorsi, per l'anima che ci misero loro nel suonare, ed il pubblico nel lasciarsi incantare.
Presi i biglietti, 50.000 lire, in gradinata. In un'epoca in cui non c'era bisogno di acquistarli un anno prima, non c'era bisogno di programmare il dettaglio, c'era più spazio per l'improvvisazione.
Il 30 Maggio è un pomeriggio caldissimo e giallo, a Verona. Io aspetto il mio amico davanti all'Arena perché sono arrivata prima, e quando entriamo il sole si avvia al tramonto di fronte a noi. Ed io ricordo in maniera netta che quando attaccano "Lucky" sotto un cielo rosso fuoco non riesco più a contenere l'emozione. È un pezzo struggente, scritto da Yorke e soci per War Child, l'associazione che raccoglieva fondi per i bambini vittime della guerra in Bosnia (qui il video ufficiale).

Ho anche trovato il video integrale di quella serata, girato da una postazione appena un po' più in alto da  dove ci trovavamo noi, e al minuto 10.20 quell'emozione si rinnova.





Adesso il mio pensiero va all' amico che era con me a quel concerto, e con cui rimasi alcune ore in una Verona notturna e calda in attesa del primo treno per Bologna, ascoltando Battiato dagli stessi auricolari. Penso a lui e a tutti gli amici che ho in Emilia. So che la paura è tanta, ma tenete botta!

Il 30 Maggio a Lisbona può far molto caldo. La mattina del 30 Maggio del 2012, insieme alle belle sensazioni che questa data porta con sè, ancora mi gongolo per i regalini che ho ricevuto ieri da Dublino. Regalini che mi ha mandato Antonella per il primo compleanno di OceansTwo, e di cui sono stata felicissima!
Ancora mi gongolo dunque, quando arriva la pausa pranzo, e per oggi io e Mariantonietta siamo riuscite a combinare un incontro. Sono due ore di chiacchiere a ruota libera, credo di averle fatto una capa tanta davvero, ma le cose vengono una dopo l'altra,  e due ore sono volate. Parlando di Lisbona, di noi, di viaggi e...di Scarface.
Mi costa tornare ai posti di combattimento, ma mi tocca. 
Prima ascolto un'altra volta Lucky, però.
I feel my luck could change...



LUCKY by Radiohead

I'm on a roll, I'm on a roll
This time, I feel my luck could change
Kill me Sarah, kill me again with love
It's gonna be a glorious day

Pull me out of the aircrash
Pull me out of the lake
I'm your superhero
We are standing on the edge

The Head of State has called for me by name
But I don't have time for him
It's gonna be a glorious day
I feel my luck could change

Pull me out of the aircrash
Pull me out of the wake
I'm your superhero
We are standing on the edge








28/05/2012

Incontri ravvicinati del primo tipo/2: un fischietto a due ruote

Continua, dopo la prima puntata, la saga dei mestieri improbabili legati alle cose strane che incontro quando gironzolo per la città. Guarda caso anche stavolta si tratta del mio quartiere, comincio davvero a pensare che non sia un caso che sia finita quassù! 
Qualche mattina fa mi alzo al ritmo di un fischietto che sento giungere dalla strada. Fischi a cadenza periodica, insistenti, ma non riesco a capire cosa sia, e sono troppo pigra per affacciarmi a vedere cosa accade di sotto. 
Poco dopo sono in strada per andare a lavoro, e ad un certo punto, nonostante gli auricolari sintonizzati sulla mia radio lisboeta preferita, Radio Radar, risento i fischi, sempre più vicini, fino a che mi trovo a camminare affianco ad un ometto che trascina la sua bici-laboratorio ambulante, con ombrelli appesi di fronte e vari attrezzi che spuntano un po' da ogni dove.

Un riparatore di ombrelli?! Lo guardo, lo osservo, poi mi faccio superare, e in preda alla compulsione, sfilo la mia fidata macchina fotografica dalla custodia nella borsa e mi decido a pedinarlo brevemente, quando vedo che s'infila in un incrocio. Si ferma a parlare con due tizie davanti ad una specie di cancello, è fatta! Mi metto dall'altro lato della strada sul marciapiede, con occhialoni da sole scuri e bavero alzato fingendo disinteresse, mentre con nonchalance fotografo di qua e di là. 


Nonostante gli auricolari sento che mi sgama in pieno dicendomi "Faccia pure quante foto vuole alla bici!" 
Cavoli, sono stata scoperta. Però che gentile, mi dà via libera! Comunque mi sa che 'sti auricolari vogliono andare in pensione. E poi ho la vaga impressione che io come pedinatrice sia una schiappa.
Allora colgo la palla al balzo, mi levo dall'imbarazzo, attraverso la strada e mi posiziono di fronte a lui, dicendogli "Però la foto la faccio anche a lei!"
E lui tutto contento si mette in posa.
"Come si chiama?"
"Manuel"
Click click. 

Ringrazio e me ne torno sulla strada maestra.
Ovviamente ho dimenticato di chiedergli se davvero fosse un riparatore di ombrelli.
Per me lo è. E allora per prima cosa la mia indole di avvocato delle cause perse mi induce a pensare che se c'è ancora qualcuno che fa questo lavoro, non è vero che c'è giustizia al mondo. Poi torno sulla terra, e "Beh, si vede che esiste chi compra ombrelli che non siano made in China. E quindi se gli si rompono, e col ventone che c'è qua si rompono di sicuro, vale la pena farseli aggiustare."
E io che credevo che nel 2012 gli ombrelli si fossero estinti.


Postilla. Tra una foto, un sorriso ed un pensiero, nella foga ho anche perso la custodia della macchinetta fotografica per strada. Me tapina, sola in una valle di lagrime!
Non solo sono una schiappa come pedinatrice, ma adesso ho la prova definitiva di essere anche parecchio distratta.








25/05/2012

Anthony Bourdain a Lisbona, io e Cosmopolis

Cosa c'entrano lo chef Anthony Bourdain, Lisbona, il duo lisboeta Dead Combo con la loro musica fatta di  jazz, post-rock, musica popolare portoghese, e Cosmopolis, il film in questi giorni in concorso a Cannes, tratto dall'omonimo libro di DeLillo tradotto da Silvia Pareschi

Dunque. Prima di vedere questo video non avevo la minima idea di chi fosse Anthony Bourdain. Ora so che è uno chef  newyorkese di alto livello che da qualche stagione è l'inviato di un programma che si chiama "No reservations", in cui il simpaticone viaggia in lungo e largo per il globo spazzolando tutto quello che c'è di tipico nelle zone in cui va a girare. Dire che lo invidio è poco: fa il mestiere più bello del mondo! Il programma a mio parere è fatto bene: si vede che i contatti con la gente del posto sono validi, ed inoltre capita di sentirsi davvero coinvolti nelle usanze locali.

Recentemente è andata in onda la puntata su Lisbona, che vi linko qua sotto. Se ce la fate a resistere, godetevi i primi cinque minuti, ma poi vi verrà l'irrefrenabile voglia di tuffarvi in una vasca di frutti di mare, vi ho avvisati. Segnalo anche che dal minuto 16 in poi lui e i bravi del posto fanno fuori una quantità di polpo arrosto che sfamerebbe un esercito; dal minuto 18 va pure a fare l'aperitivo in uno dei miei posti preferiti, ed infine al minuto 22 ingurgita un paio di litri di ginjinha (di cui sono un'estimatrice anch'io) come se niente fosse.  Per quanto mangia dovrebbe essere un barilotto, ma non lo è: saranno fotomontaggi?

Inutile dire che ho già visto le puntate girate in Sicilia, Sardegna e Creta, e sto cercandone altre.




Colonna sonora del video sono appunto i Dead Combo, ricorrenti col pezzo "Lisboa mulata", contenuta nell'omonimo album in cui ha suonato anche il mitico Marc Ribot.
Qualche mattina fa sento alla radio che, da quando negli USA è andata in onda la puntata del mangione in riva al Tejo, quest'album è schizzato in vetta alle classifiche di iTunes, e che questa sera il duo andrà a suonare a Cannes in occasione del party dopo la proiezione di Cosmopolis, come annunciato nel sito ufficiale.
Il collegamento tra le due cose è che il produttore del film è Paulo Branco, portoghese, il quale ha annunciato che dopo la fine del concorso il regista (Cronenberg), i due attori principali (Robert Pattinson e Paul Giamatti) e molto probabilmente anche DeLillo saranno a Lisbona per la prima.
Speriamo di avere modo di parteciparvi, con la mia bella copia di Cosmopolis -che sto ancora leggendo- vinta in occasione del primo anno del blog di Silvia, e recapitatami in Italia ad Aprile.
La copia è già autografata dalla traduttrice, chissà che riesca  a collezionare anche l'autografo dell'autore! 
[Aggiornamento del giorno dopo: i biglietti per la prima sono esauritissimi! Addio sogni di gloria.]



E pensare che in teoria avrei dovuto ricevere "Erano solo ragazzi in cammino" di Dave Eggers, ma poi c'era stato un cambio programma last minute.
Quando si dicono le coincidenze!  Insomma, ora tutto torna.
A questo punto ho troppe ragioni per tifare per Cronenberg & soci! 
Mi hanno dato anche l'occasione per mostrare finalmente questo bellissimo premio, che mi accolse come un abbraccio in un caldo pomeriggio italiano di primavera.






22/05/2012

(Pacco) sorpresa made in Portugal

Oggi condivido con voi alcune cose che ho piacevolmente scoperto da quando vivo qua.
La prima, recentissima, riguarda un grande illustratore e designer portoghese del secolo scorso, Stuart Carvalhais, tra l'altro uno dei primi artisti europei ad inserire il testo nei balloon dei fumetti (qui trovate alcune delle sue illustrazioni).
Finalmente, grazie ad un bellissimo cortometraggio dedicatogli da Zepe (da queste parti uno dei più noti registi di film d'animazione) che ho visto qualche sera fa al corso di portoghese,  ho dato un nome all'autore  di quelle fantastiche stampe che spesso mi capita di vedere in giro per la città.
Eccovene alcune: sono tutte  copertine di libretti di spettacoli di fado degli anni '20 e '30.




Che ne dite? Io le trovo bellissime.

Lasciando le arti grafiche e passando alla musica, ecco Carlos Bica, acclamato contrabassista lisboeta con esperienza pluridecennale che vive da diversi anni a Berlino. La sua musica, un jazz davvero innovativo che potrei definire indie, ha in qualche modo il retrogusto della musica tradizionale portoghese. Io ormai sono una sua fan, l'ho anche sentito in concerto l'anno scorso, in occasione dell'uscita di "Things about", un gran bel concerto.
Eccovi un pezzo mitico della colonna sonora di "Paris, Texas" di Wim Wenders, di cui lui ha fatto una cover in questo disco.
Per amanti del (nuovo) jazz propongo l'ultimo suo lavoro "Things about".





Ed infine andiamo nel reparto saponi della casa Confiança. Nata nel nord del Portogallo alla fine del'800, questa piccola fabbrica s'è subito imposta come il marchio di riferimento nei prodotti per l'igiene, distinguendosi per l'attenzione alla qualità e all'uso di sostanze naturali, a base vegetale, con profumazioni delicate e packaging davvero accattivanti di Art Nouveau e Déco, riproposti ancora oggi, dopo che è stata rilevata pochi anni fa dalla Arch Brito.
Queste saponette sono sopravvissute all'invasione delle grandi marche estere grazie soprattutto alla qualità: un piccolo miracolo portoghese. Date un'occhiata (l'annusata la faccio io per voi!)






Io mi riempirei cassetti e bagno di questi piccoli parallelepipedi profumati. Senza buttare le carte, ovvio.

E adesso datemi un numero da 1 a 23, quanti sono i commentatori al post del compleanno, presi in ordine cronologico (quindi Mariantonietta è il numero 23, per intenderci). Anzi, visto che sono un po' nerd (ma solo un po' però, giuro!), date gli estremi dell'intervallo (1 e 23) in pasto a questo semplicissimo programmino adattato da me, e lui vi restituirà un numero scelto a caso.
Pronti?




L'estratto corrisponde al 6 di Rita Vaselli! Per chi non la conoscesse, lei si definisce una "cacciatrice di immagini", ed è un'appassionata di acquerelli, di cui ci delizia con grande sensibilità nel suo coloratissimo blog.

Innanzitutto, spero che tra ciò che ho messo in palio vi sia qualcosa che vi possa piacere. Specialmente spero che ci sia qualcosa che piaccia a Rita, alla quale prego di comunicarmi l'oggetto -o gli oggetti- del desiderio! Rita, scrivimi pure a quest'indirizzo per dirmi dove spedirti ciò che sceglierai:
elleoceans2 AT gmail.com

Per tutti gli altri partecipanti, nel pacco c'è la mia compagnia e guida eno-gastro-alterno-turistica di Lisbona, nel caso vogliate venire da queste parti, prima o poi!
Volevo infine dire che è stato molto divertente pensare a cosa potervi regalare, e mi è piaciuta l'idea di condividere qualcosa che sapesse di Portogallo e di Lisbona e che avessi scoperto solo stando qua, qualcosa che altrimenti difficilmente avrei conosciuto.
Grazie a tutti e -spero- al prossimo compleanno.







19/05/2012

Dimmi come parli portoghese/I: U Brazìu e la Toscana

Premessa. Il portoghese è una lingua parlata da circa 240 milioni di persone nel mondo in quattro continenti.
A causa dell'eterogeneità dei popoli che la parlano, e ancor di più per la grande importanza di redigere atti pubblici che siano scritti in maniera uniforme per tutti, la lingua ha subito nel corso del secolo scorso alcuni rimaneggiamenti formali chiamati accordi ortografici, sottoscritti dai paesi interessati.
L'ultimo è del 2009, con entrata in vigore obbligatoria a partire dal 2013. La tendenza, riassunta in breve, è quella di snellire l'ortografia, per adeguarsi principalmente al modo di scrivere brasiliano. Ecco che spariranno ad esempio le consonanti mute, alcuni segni come trattini di congiunzione, lettere maiuscole ridondanti, mentre compariranno lettere come la k, la w e la y...e così via.
Per ora dunque è tutta una confusione, e mi chiedo cosa ne verrà fuori; certo, lo sforzo richiesto per adeguarsi alle nuove direttive è notevole, e crea anche molte polemiche tra linguisti, editori, scrittori e addetti ai lavori.

Ma andiamo al lato più divertente.
Vivendo qua ho imparato a distinguere l'accento portoghese da quello brasiliano, e tutti questi suoni insieme per me son fonte d'ilarità: quando mi capita di interloquire con un brasiliano il buon umore è assicurato. Il colmo è stato quando ho saputo dell'esistenza di "Passione/Paixão", una soap opera carioca ambientata anche in Toscana, in cui i dialoghi sono farciti di parole italiane.
L'effetto finale è macchiettistico: sembra davvero una parodia!
Tuttavia è facile capire il perché di questo delirio linguistico: si stima che che a São Paulo circa la metà dei residenti (che sono 15 milioni) abbia discendenza italiana, facendola diventare la città col più alto numero di paisà fuori dall'Italia.
Ecco dunque un delirante pezzetto della soap girato nelle campagne toscane, coi suoi dialoghi ibridi, che, se  in alcuni casi hanno anche senso compiuto, in altri capita che siano un po' buttati là.
Il tutto risulta intelleggibile a milioni di assidui spettatori, anche ai numerosi portoghesi. Miracoli italo-brasiliani.
Infine, tra i personaggi italiani ce n'è uno che si chiama Agnello, e, ciliegina sulla torta, la sigla -che pietosamente vi risparmio- è affidata ai Neri per caso. Ah, quindi esistono ancora, se son riusciti a riciclarsi in qualche modo ai tropici...


"Forse domani noi staremo sul tuo babbo!"
Insomma, quando c'è di mezzo un Paese grande e varipinto come il Brasile, si può ben immaginare che il casino linguistico è assicurato. Specie perché oltreoceano si sente l'influenza degli States, per cui ormai sono entrati nell'uso comune verbi come deletar ("to delete"), coniugabile (orrore); ciò,  insieme  all'inclusione di lettere nuove nell'alfabeto di cui parlavo prima, fa presagire interessanti risvolti.

Comunque questo meltin' pot linguistico dai risvolti un po' trash offre molto di più.
Altre delizie per le orecchie alla prossima puntata.





Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...