Una terra distesa tra Lisbona e l'Algarve, fatta del sudore degli uomini che l'hanno coltivata per secoli, vivendo di privazioni e di stenti. Di lotte agrarie, di povertà. Bianchi paesini arroccati in fortezze senza tempo, baciati da una luce accecante, bianchi sull'azzurro del cielo, bianchi sulle finestre dipinte di giallo e blu, sul ferro battuto dei balconi. Casine solitarie immerse nei vigneti e nel sughero, panorami su vallate color ocra, donne misteriose strette dentro scialli neri che spiccano in tutto quel bianco, e che sembrano volersi sottrarre alla luce che le insegue nei vicoli.
Io rapita dalle ombre che da quella luce si originano, che con quella luce giocano.
Io rapita dalle ombre che da quella luce si originano, che con quella luce giocano.
E, poco più in là, la costa fatta di spiagge selvagge e incontaminate: ci tornerò per conoscerle, e sarà estate di nuovo.
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