29/01/2012

Onde o Tejo se faz ao mar -Dove il Tago diventa mare

Dall' altra parte del ponte 25 de Abril le cose cambiano prospettiva.
La città appare un tutt'uno con l'acqua, quel fiume imperioso che qua diventa mare, come recita il cartello posto all'inzio del marciapiede. Macchie di barche colorate spiccano nel blu, bianco e d'oro il profilo del quartiere di Belém da dove partivano le navi per i nuovi mondi. 
L'altrove sembra così vicino da qui.
A guardare bene in alto sulla destra s'intravede anche il Palácio da Ajuda (dove sono stata anche quella sera): è lì che oceanstwo è nato, tra il palazzo e quell'enorme distesa verde alla sua destra che è il Parque Florestal de Monsanto.




Queste barchette di legno si chiamano "Bel vivere", "Viva la vita", e sanno i segreti della gente di mare. Non riesco a staccare gli occhi  dai loro colori. Sembra una festa di luce.



A Porto Brandão tutti mangiano immense grigliate di carne o di pesce chiamate carvoadas, servite a tavola in una specie di pentola corredata di braciere ardente, da cui i commensali si servono direttamente. Una volta terminato il pranzo, i camerieri portano gli arroventati orpelli a raffreddarsi sul marciapiede. 
Una fila indiana di bracieri roventi! Attento a dove metti i piedi.




Noi, volendo mangiare poco, ci dirigiamo verso la caldeirada, una zuppa di pesce servita -senza lesinare sulla quantità- direttamente nella classica pentola di alluminio, miracolosamente con prezzemolo e non coriandolo.  
Non ho toccato cibo per le successive 24 ore.




Ritornare dall'altro lato è sempre una grande emozione, con la città che si stende prima davanti nel suo biancore indistinto e poi si fa man mano più dettagliata; l'auto che va sul ponte la spia correndo attraverso la travata, per poi sparire in un groviglio di strade e di luci.





13 comments:

  1. Che splendore.

    Non so se mi affascina di più immaginare la storia dei navigatori partiti da questi posti, i colori della natura e delle barche o il profumo della zuppa di pesce...

    Scusa la domanda da ignorante, ma tutto questo è un quartiere di Lisbona? O qualcosa di diverso?

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    1. Tecnicamente sono delle frazioni di un comune a parte che però praticamente vengono considerati nell'area metropolitana di Lisbona, essendovi collegati via ponte dagli autobus e via mare dai traghetti.
      Se vogliamo sono una specie di "marina" dalla parte delle spiagge atlantiche. Lisbona è posta in un'insenatura alla foce del Tago, e questi piccoli paesini sono sull'estremità del limbo di terra che poi si apre all'oceano.

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  2. belle troppo le foto, poi va beh, con il mare mi colpisci al cuore, mannaggia

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  3. haaa barche, mare, pesce! Nostalgiaaaaa! :( Quella zuppa sembrava davvero buona! Ho una domanda: ma il pesce atlantico, tu lo trovi saporito come il nostro pesce del mediterraneo?

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    1. Sì, il pesce azzurro addirittura è ancora più saporito, come ad esempio le sardine, che qua sono venerate, da noi un po' snobbate. Niente alici però :(
      Inoltre ci sono dei pesci gustosi che non avevo mai visto prima. Il mediterraneo a mio avviso vince su cozze e vongole. Comunque ovviamente ci superano in abbondanza - e in convenienza: ad esempio finalmente mangio la coda di rospo (rana pescatrice) che prima non avevo mai osato comprare.

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    3. Buono a sapersi :) Concordo su vongole e cozze, ma qui (o meglio, in califoggia) anche i crostacei non erano abbastanza saporiti :( forse è il pacifico che sforna dei pesci insapidi
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  4. Foto spettacolari!! Viva le passeggiate con la macchina fotografica!

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    1. Eheheh. Evviva anche quest'inverno bizzarro che sta regalando mesi di splendido sole!

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  5. sarà anche per questo che mi sento così legata a lisbona: è gente che da sempre intreccia la sua vita col mare. e anch'io, in qualche modo, faccio parte della gente di mare.
    ps: vedendo le tue foto mi manca la macchinaaaaaaaaaaa

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    1. A me la macchina torna utile perche' vivo in una zona con carenza di trasporti, specie dopo una certa ora. Comunque per una gita mangereccia e non solo in questi posti (ne vale la pena) ti consiglio il barco da Belém :)

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    2. @Mariantonietta: anch'io qui sono "carless", e lo detesto. Pare che avere una macchina nel quartiere dove abitiamo sia un'idea un po' autolesionista, che comporta ore e ore di giri in cerca di parcheggio. Sarà, però per arrivare in un posto dove in macchina ci vuole un quarto d'ora, io con i mezzi ci metto un'ora buona! Viva la macchinaaaaaa!

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