18/02/2012

La via per Samarcanda. Immagini da un mercato

Ho in mente la mitica Samarcanda, crocevia  di culture prospero di commerci e di storie di uomini venuti da terre lontane diretti chissà dove, mentre cammino verso la Feira da Ladra.
È un po' così questo mercato dalle origini addirittura medievali e che nel corso dei secoli ha cambiato più volte sede: passi di là e sei diretto chissà dove, anzi, anche se non lo sai sei già pronto a perderti.
Eccentrico, stravagante, pazzo, a tratti kitsch, esagerato, stralunato ed azzardato deposito di oggetti perduti, ritrovati, riciclati, rubati dal tempo e nel tempo. 
Bisogna attardarsi tra queste chincaglierie: spesso la merce è posta direttamente a terra, su tappeti, sedie, sul marciapiede, appesa, accatastata in cassettine, accanto alla porta di un furgone, ovunque, uomini sommersi di passato e di trapassato, in un fiume di colori e di materiali che cattura e risucchia in un vortice di curiosità e di fantasia.
Un vero simulacro, una rappresentazione all'aria aperta della macchina tritatutto che è il tempo che travolge le cose, che le deforma e le reinventa. Ogni oggetto ha la sua storia, e centinaia di migliaia di storie si intrecciano in quest'ammonticchiarsi di materia multiforme che rimane lì in attesa di occhi innamorati a cui poter parlare.



Ci si trova di tutto ed oltre: oggetti dematerializzati, con il più delle volte prezzi totalmente simbolici, stanno lì in attesa di trovare l'ennesimo posto nel mondo. Cose di epoche remote son pronte per il loro viaggio nel futuro.
Oltre ad abiti, scarpe ed accessori, sfilano giocattoli ed utensili anteguerra, vecchi lampadari, sedie, cassetti divelti, orologi senza lancette, bambole senza occhi, fotografie ingiallite di donne ed uomini della Belle Époque, cartoline da tutto il mondo con francobolli ed indirizzi e i saluti dalle vacanze, spartiture di pianoforte, un'intera collezione di libri di fantascienza del tipo "Il cataclisma cosmico" o storie di naufraghi e isole segrete, grammofoni che suonano vecchie canzoni anni '40, vasellame, racchette da tennis, fioretti, tazzine, piatti, tenaglie, elmetti e caschi dalle trincee di guerra, valigie che hanno affrontato troppi viaggi, vinili, mangianastri, vecchi computer e loro componenti elettroniche, macchine fotografiche di tutte le ere, strumenti musicali o ciò che ne resta, tricche tracche, mi sono persa.

È la fiera dell'eccesso, ed è molto divertente anche osservare i personaggi che vi si aggirano!







Tra l'assortita ferraglia...caldaie a gas.
Prototipo di bidet da camera?


Il mio bottino è stato magro, ma c'è da dire che difficilmente riesco a comprare molto in posti del genere: uno perché spreco tutte le energie nel guardare, e due perché sostanzialmente comprerei tutto.

Comunque ho portato a casa sei tazzine da caffè di vetro verde anni '70 (per soli due euro)....

...e una colazione con questa vista sul Tejo che fa proprio iniziare il weekend di buon umore.





Aggiornamento: visto che qualcuno ha espresso la volontà di vedere il bottino di guerra...eccolo qua, dopo il trattamento igienico plurimo!




30 comments:

  1. A parte il fatto che andare a Samarcanda è uno dei miei sogni di sempre, se faccio vedere le tue foto a Jonathon si compra subito un biglietto aereo per Lisbona. E' un fanatico di mercatini dell'usato, dove trova sempre cose geniali che io, troppo impaziente, non riesco mai a vedere. Aggiungo un altro punto alla lista dei motivi per visitare Lisbona.

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    1. In quasi due anni ci sono andata solo un paio di volte tornando sempre col sacco vuotino, ma ho delle amiche super esperte che scovano delle cose bellissime. Chi è appassionato poi davvero ci trova delle chicche.
      Mi sa che quella lista a 'sto punto dovrebbe essere sufficientemente lunga :)

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  2. Lei Ha sbagliato. Avrebbe dovuto comprare anche qualcuna delle foto del passato.

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    1. In verità noi (pluralis maiestatis) le avremmo comprate tutte...

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  3. Io una volta ho comprato a un prezzo ridicolo dei begli azulejos staccati da qualche parete diroccata. In casa fanno un figurone! Oltretutto il tizio che me le vendette mi tenne una lezione sulla storia e la composizione degli azulejos. E poi vogliamo parlare della fauna umana della Feira da Ladra? Fantastica!

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    1. La fauna umana è varia e colorita!
      Quegli azulejos sono bellissimi, ma di solito non li compro (anche se so che le pareti diroccate esisterebbero ugualmente).

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  4. Ahhhhh il grammofono! Il sogno di una vita! Sigh! Sogno sempre di trovarne uno originale anni 20 e di potermelo permettere. Ora voglio vedere le foto del tuo bottino verde però :)

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    1. Infatti era stupendo, e suonava una musica italiana direi anni '40 che diceva "arrivederci" ma non ho memorizzato altre parole. Non ne ho chiesto il prezzo, ma credo che sia alla nostra portata. Il bottino verde ha subito un trattamento rigenerante in acqua e candeggina...appena posso te lo mostro :)

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    2. Mi dai speranze dicendo che era alla nostra portata :) bene, allora aspetto foto con candeggio :)

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  5. Che splendide foto.
    Anche a me viene da filosofeggiare sempre quando giro per mercatini.
    Non riesco a non guardare tutti quegli oggetti senza pensare alle case in cui sono stati, ai ricordi che hanno accumulato, alle scene di famiglia a cui hanno assistito.

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    1. Eh sì, proprio così...l'attitudine mentale giusta per ritrovarsi a mani vuote dopo!

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  6. bellissimo! peccato che anch'io non riesco mai a comprare perche' sostanzialmente non sono brava a trovare in mezzo a tanta roba

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    1. Io mi perdo in tutta quella roba (vedi commento Chotto).
      Però almeno, se non le mensole, rimpinguo un po' la fantasia.

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  7. Ricordo a Lisbona dei mercatini improvvisati con esposte meraviglie simili a quelle di cui hai raccontato. La mia amica compro' due azulejos, che tuttora usa come sottopentola. Bellissimi.

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    1. Anch'io ho un azulejo (nuovo, ma con disegni ispirati a quelli classici) come sottopentola. Fosse per me mi ci tappezzerei la casa!

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  8. Verrò a dare un'occhiata con più calma nei prossimi giorni.
    Intanto ricordo Lisbona, una città fantastica.
    E anche il Portogallo, splendido.
    Malinconico e decadente, eppure caldo e vitale. Come il fado.

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    1. Ah, ci sei stato? Son contenta che tu ne abbia un bel ricordo.

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    2. Ci sono stato nel 2004, un sacco di bellissimi ricordi.
      Ho passato Lisbona, Guimaraes, Coimbra, Porto e Sintra.
      Uno splendido viaggio, ci tornerei molto volentieri.

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  9. bellissimo..anche io sono sempre affascinata dai mercati...fotografo ma non compro perche' vorrei tutto!
    le scarpe sono fantastiche, anche se io raramente vado sopra il mezzo centimetro delle ballerine o delle sneakers!

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    1. ah, io neanche li ho mai portati i tacchi!
      comunque se ti riferisci alle scarpe -bellissime davvero- della prima foto...sono di porcellana (o ceramica)!

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  10. Che meraviglia i mercati! Questa definizione di prezzo "simbolico" mi fa venir voglia di fare un giretto dalle tue parti... qui in Italia i mercati stanno diventando un po' troppo "altezzosi"!!! Bello il bottino verde!:-)

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    1. Vero, il concetto di mercato delle pulci in Italia non è ben chiaro!
      Grazie, sono fiera del bottino, molto "acid", ma è proprio divertente, direttamente dalle dispense dimesse delle nostre mamme!

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    2. Io proprio questo pensavo, sembrano le tazzine di mammá. Ma lo sai che ho una macchina da scrivere tipo quella della foto?

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    3. Bellissima! Ce l'aveva anche mio padre, di quelle nella valigetta portatile.

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  11. in un posto del genere io potrei anche morire felice.

    Qua i mercatini dell'usato hanno prezzi che superano quelli del nuovo.
    Ho perso le speranze di poterci comprare chissà che.

    Uno dei miei sogni è quello di avere un album di foto di perfetti sconosciuti di tutte le epoche. ma nelle mie zone le ho trovate anche a 5 euro cad...quindi credo che resterà un sogno!


    Posso chiederti cosa ti ha portata in portogallo?
    ciao

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    1. 5 euro ogni foto!? Gulp! Qui ne compreresti una carriolata con quei soldi.
      Sí, lo so, in Italia l'usato fa molto "radical chic" e i prezzi sono chiaramente chic!

      Sono qua perché ho trovato lavoro (parra' strano, ma ce n'e' molto piu' che da noi!)

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  12. mi confermi le origini del nome feira da ladras? è perché le signore ladresse, le mogli dei ladri, ci andavano a vendere la refurtiva dei mariti. mi hanno spiegato bene?
    comunque gli alberi di quel giardino sono meravigliosi.

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    1. Credo che a proposito dell'origine del nome ci sia una miriade di spiegazioni: può venire da "piolho ladro" (cosa vecchia), da "leda" (margine del fiume, dove si è tenuta per un po' nei secoli passati), da "Feira ao lado" (do castelo, dove aveva luogo nel medioevo), e sicuramente anche da ladro/a :)

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  13. Ma è.. stupendo!!!!! Ecco, io in posti come questo passerei le giornate

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    1. Anch'io, infatti ci vado una volta all'anno per evitare le tentazioni!

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